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I Festival Internacional

lunes, 11 de enero de 2016

POETAS PARTICIPANTES: FLAMINIA CRUCIANI, ITALIA

FLAMINIA CRUCIANI, ITALIA
Nacida en Roma, es Licenciada en Arqueología e Historia del Antiguo Oriente Próximo por la Universidad Sapienza de Roma bajo la dirección del Prof. Matthiae. Doctora en Arqueología Oriental por la misma universidad y Master en "Arquitectura para la Arqueología - Arqueología de la Arquitectura", disciplina para la promoción del patrimonio cultural. Durante muchos años participó en las excavaciones anuales en Siria, como miembro de la "Misión Arqueológica Italiana en Ebla."
Licenciada en Historia, estudia actualmente sobre la relación entre la iconografía y el texto en la tradición mesopotámica. Especialista en Disciplinas Analógicas, a través del estudio de la dinámica de la hipnosis, la comunicación no verbal analógica y la filosofía analógica Filosofía. Tiene el título de Analogista, profesión de ayuda para la lectura y decodificación de las dinámicas emocionales profundas.
Ha publicado Sorso di Notte Potabile y Lapidarium, y sus obras literarias han sido incluidas en numerosas antologías, incluyendo la reciente 42 voci per la pace y el Bombardeo de Poemas sobre Milán del colectivo chileno Casagrande. Fundadora y exponente del movimiento mitomodernista y una de los creadores del Grand Tour Poético y de la Flecha de la Poesía.
SELECCIÓN POÉTICA

1


La struttura del mio tempo è alterata
nel mio territorio di selce irreversibile
scorre un sacrificio primitivo
zampe di fiera sulla mia
trabeazione di cera liquefatta
scivolerò in corsa su un rimedio
sarò un possesso imbavagliata crocefissa al tempo
griderò amen girandomi di
spalle alla festa autunnale
senza Dio sarò fuoco a fuoco
gli lascerò in mano la mia vita in fiamme.


2


Se solo avessi potuto raccontarti di me
ma la morte ruvida aveva
già posato il fiato sul tuo collo.
La campana risuonava forte i suoi rintocchi
e tu allora iniziavi a comprendere
che nella vita è contenuta l’insidia del male
fino ad allora negato.
Quando per la prima volta hai
riconosciuto che il paese delle Saline
abbandonato con l’orologio che
segnava fisso le dieci e ventisette
di non si sa quale giorno
era sublime e che noi lo amavamo
lo avevamo sempre amato senza saperlo
e desideravamo rimanere lì per sempre
proprio ora che lo visitavi per
l’ultima volta te ne rendevi conto.
Erano solo ruderi allora
ma noi in pattini eravamo incantati
e ricordo che ti sei fermato a guardare
come non ti ho mai visto
il tuo sguardo poche ore prima di morire
era già eterno.


3


Se l’adultera convincesse l’ideologia
che l’abitudine è il limite della creazione
e a titoli di donna riscattasse
ogni convinzione in certezza
se le cellule ignoranti di stelle conversassero
in un lessico impossibile a capo del tempo
i figli martiri della nascita consumerebbero
un sudario di ricordi amputati
incinta di segni opposti la madre offrirebbe
la cima per essere abbattuta.
La preghiera è un rammendo di luce senza fine.


4


S’affannava la ragione
divorata dalle irriconoscibili Flaminie
nella discendenza spettrale
dell'icona travestita aravi
i capelli e spacciavi la bocca per
ginestra sul sangue degli avversari
l’apnea dei miei genitali distratti
tramandati in battaglia
per un sacramento amaro.
Bevi l’erezione calda con cui batti
le donne che affollano il mio corpo
nel mio letto incoronato dall’incendio.
Siediti accanto a me ora
fammi un segno di frumento sulla croce.
Recito il breviario blasfemo della perdizione.
Io sono condannata a vita.


5


In ginocchio saldiamo la presenza
e abbiamo righe da spendere
in questo pensiero ibrido
che ha inchiodato il mito
la diteggiatura crescente
dei tuoi miracoli atei masticati a corde
dagli infiniti fragili delle stagioni
nel chiostro magnetico del tuo sguardo versato
in tre atti sul mio palato rovesciato
dai fuochi rampicanti
dell’amore che muore.
Tu rubi munito di grano
la mia bocca che sazia i giuramenti
i sacramenti sottili soffi
hai la moneta nuziale in tasca
per ingannare me
che con un bacio ti uccido.



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